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Oltre alle outs nel poker è fondamentale tenere conto delle cosiddette “odds” (probabilità di vittoria).

Le ODDS sono il confronto tra la possibilità che non esca una carta (NON outs) e i miei outs.

Se portiamo questa teoria alla pratica, ad esempio dopo il flop con un progetto di colore, il conto da effettuarre è il seguente:

Abbiamo a disposizione 9 possibilità di completare il nostro progetto e se considerando le rimanenti 47 carte del mazzo che devono essere ancora distribuite, possiamo contare ben 38 eventi sfavorevoli ( 47-9). Le nostre odds sono quindi di 38 a 9. Portando il conto ai minimi termini dividiamo entrambi i fattori per 9 ottenendo 4,2:1. In pratica per ogni evento di chiusura del nostro progetto a  colore, ce ne sono almeno 4 di non chiusura.

Nel poker è necessario saper riconoscere  velocemente le odds e gli outs . Per fare questo bisogna esercitarsi parecchio così da memorizzare le odds più importanti. Due delle più classiche situazioni di gioco che possiamo trovare durante un torneo sono:

il progetto a colore: 9 outs e odds di circa 2:1 fino al river

la scala bilaterale: 8 outs e odds pari a circa 2,3 a 1 fino al river.

Tutto il  sapere sugli outs, odds e probabilità è inutile se non si fanno confronti con  quanto devo puntare per poter ottenere una determinata vincita. Solo dopo aver  confrontato il valore che dovremmo puntare con le odds, si possono prendere decisioni corrette dal punto di vista matematico, e di conseguenza remunerative. Questo è il requisito per ottenere nel lungo periodo un profitto con il poker. Vediamo quindi cosa sono quelle che chiamiamo pot odds.

Le POT ODDS descrivono il rapporto fra la possibile vincita (pot) e la puntata che devo mettere nel piatto per chiamare e rimanere nella mano.

Il calcolo delle pot odds è relativamente semplice.

Supponiamo che nel piatto ci siano €5. Il mio avversario punta €1. Per poter vedere devo quindi puntare anch’io €1 per poter vincerne  €6 (il piatto di €5 e la puntata dell’avversario di €1). Le mie pot odds sono quindi 6 (quelli che posso vincere) a 1 (che devo puntare), o 6:1.

  • Secondo esempio:

Supponiamo di giocare al no limit Hold’em. Il piatto ammonta a €5. L’avversario punta €5. Bisogna quindi pagare €5 per  poterne vincerne eventualmente €10 (i €5 nel piatto e i €5 dell’avversario). In questo caso le mie pot odds sono 10 a 5 oppure 2:1.

Le pot odds si possono confrontare alle odds che abbiamo per vincere la mano. In definitiva si tratta di confrontare il costo in relazione alla possibile vincita con la probabilità di vittoria. Se le pot odds sono maggiori delle odds, generalmente sarebbe bene chiamare.

ODDS > POT ODDS –> Fold

ODDS < POT ODDS –> Call

Se le odds dovessero essere esattamente uguali alle pot-odds, non c’è differenza fra chiamare, o passare. Nel lungo periodo non si vince e non si perde niente. Può accadere che perdiamo la mano nonostante abbiamo preso la decisione corretta, perché ad esempio il mio avversario riceve proprio quella carta che gli consente di vincere. Questo può anche accadere più volte di seguito. È altamente improbabile ma non impossibile. L’importante è non lasciarsi disorientare da queste “bad beats”, poiché in realtà è l’avversario che ha commesso un errore e questo ci porterà un profitto se continuiamo a prendere le decisioni giuste. Quindi anche un principiante può vincere una mano o una piccola sessione contro Daniel Negreanu. Ma alla lunga vincerà il giocatore che fa meno errori e che prende le decisioni corrette dal punto di vista matematico.


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