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I giocatori che tendono ad usare troppo spesso il call ( i cosiddetti calling station ) sono gli avversari preferibili, perchè non mettono mai pressione. Abusare del call significa consentire agli altri di dettare il ritmo del torneo di poker. Giocando contro di loro, una buona tattica è quella di rilanciare frequentemente, il che li infastidisce molto, a tal punto che rinunceranno a certe giocate e saranno indotti a commettere errori.

Mai dunque, per nessun motivo, comportarsi come un calling station, perchè è proprio quello che vorrebbero gli avversari: con il semplice call, senza gli opportuni rilanci (raise), non si fa in nessun caso molta strada.

Sono tanti e diversi i motivi e le situazioni  che possono indurre al raise. Il primo e più naturale è far crescere il piatto. In questo caso l’entità del raise deve essere calibrata per indurre gli avversari a vedere: non c’è una regola precisa, bisogna basarsi sulla psicologia; un rilancio modesto potrebbe essere interpretato proprio come un tentativo di racimolare quanto possibile. D’altra parte un rilancio consistente potrebbe anche essere letto come un bluff. Poi bisogna considerare se ci sono anche altri avversari che parlano dopo il rilancio e che potrebbero essere scoraggiati da una puntata troppo alta.

Nel poker le varie tecniche sono spesso utilizzate con intenti diversi dal loro significato originario e nel caso del rilancio questo è particolarmente vero: oltre che per alzare il livello della scommessa, vi sono molti altri motivi per rilanciare, tattici e strategici.

Un secondo motivo, per esempio, è mandare via il maggior numero di avversari possibile. O magari con nessun e quindi intascare l’intero piatto. Però, paradossalmente, più la mano è forte, minore sarà la voglia di fare un raise: in pratica si tratta di bilanciare la possibilità che rallentando il gioco il pot possa aumentare per effetto delle puntate successive, con il rischio però che l’avversario chiuda un punto più alto.

Del terzo motivo per rilanciare abbiamo già parlato: si fa un bluff o un semi-bluff con una mano che in quel momento è perdente.

Infine il rilancio può essere utilizzato per “sondare” gli avversari, provocarne la reazione e dunque guadagnare informazioni sulla forza della loro mano, che potranno poi risultare vitali nei successivi giri di puntate.

Vediamo ora qualche tecnica basilare del raise:

Check-raise

Una tecnica nel poker secondo la quale con la mano più forte, quando nessuno ha ancora puntato, ci si limita a fare check, salvo poi rilanciare sulla puntata di un avversario. La condizione per effettuare questa giocata è che ci siano buone ragioni per ritenere che qualcun altro metterà le chips nel piatto, altrimenti si ottiene come unico risultato far vedere le carte gratis a tutti. Il check-reise è una manifesta dichiarazione di superiorità con l’intento di far scappare tutti e portarsi via il piatto.

Slowplay

Per fare slowplay bisogna avere una mano molto forte, più forte di quella necessaria per fare un check-raise. L’intento è quello di mimetizzarsi: ci si limita a fare check quando si può puntare e al call quando si può rilanciare. In pratica si rallenta il proprio gioco per indurre gli avversari a mettere più chips nei successivi giri di puntate. Con questa strategia di base si è disposti a far vedere gratuitamente una o anche due carte nella speranza che la mano degli avversari migliori al punto da indurli a puntare, ma nella convinzione che, per quanto migliorata, resti pur sempre inferiore. Attenzione: più il pot è alto, meno ha senso fare slowplay; è quando il piatto è ancora basso che vale la pena temporeggiare.


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